Fruttariani?
Riporto il testo trovato nel sito innerclean.it
sugli studi del dott. Alan Walker.
Asefrid
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Studi preliminari sui denti fossili hanno condotto il Dott. Alan
Walker, antropologo dell’Università John Hopkins a suggerire una ipotesi
sensazionale: gli antenati umani, in origine, non erano prevalentemente
mangiatori di carne e neppure di semi, germogli, foglie o erbe. Né erano
onnivori. I loro denti invece sembrano mostrare le tipiche caratteristiche di
chi si nutriva di una dieta a base di frutta.
Almeno fino all’arrivo dell’Homo erectus, la specie
immediatamente precedente all’Homo sapiens, non c’è evidenza della dieta
onnivora, che oggi è tipica degli esseri umani.
Se confermati, i risultati rovescerebbero parecchi presupposti
comunemente ritenuti validi circa la dieta degli ominidi delle origini, ovvero
le creature della specie umana. Si è ritenuto generalmente, per esempio, che i
grandi molari, piatti in superficie, delle specie robuste di Australopiteco
[uomo preistorico] e quelli appartenenti all’essere propriamente umano,
chiamato Homo habilis, avessero in sé le caratteristiche degli onnivori,
mangiatori di carne mescolata a radici, frutta secca a guscio, uova, germogli e
frutta.
“Non voglio sbilanciarmi troppo ancora” – ha detto il Dott. Alan
Walker, “Ma è senz’altro una sorpresa”.
Il campione dei denti studiato finora è piccolo – poco più di
due dozzine dei principali quattro tipi rappresentativi degli ominidi – ed
ulteriori analisi potrebbero confutare le ipotesi iniziali. Ma, sebbene il campione
sia piccolo, nessuna eccezione è stata trovata. Nessuna eccezione trovata Ogni
dente esaminato appartenente agli ominidi del periodo da 12 milioni di anni fa
fino all’Homo erectus (un milione di anni fa quando migrò dall’Africa), è
sembrato appartenere ai mangiatori di frutta. Il dente di ogni Homo erectus era
quello di un onnivoro. L’Homo erectus è stata la prima forma umana nota per
essere emigrata al di fuori dell’Africa. I reperti [campioni] sono stati
trovati in molte parti dell’Africa e dell’Asia
I risultati sono basati sull’analisi estremamente dettagliata
dei microscopici tipi di usura riscontrati sulle superfici dei denti a causa
della masticazione. Il metodo, inventato dal Dott. Walker, utilizza un
microscopio elettronico a scansione che evidenzia i graffi e i buchi che sono
invisibili ad occhio nudo.
Il Dott. Walker ha trovato che generi differenti di alimento
contengono minerali che guastano la superficie dello smalto dei denti con
diverse modalità. È possibile anche distinguere fra un mangiatore di erba e un
mangiatore di foglia perché ogni alimento contiene tipi e quantità diverse dei
caratteristici cristalli della silice, che si formano naturalmente all’interno
delle cellule vegetali. Questi cristalli, chiamati phytoliths, sono più duri dello
smalto dentario e lo graffiano leggermente mentre l’animale mastica questo
alimento.
Le erbe contengono una proporzione elevata di phytoliths tipica
delle foglie dei cespugli e degli alberi. La frutta non ne contiene nessuno. Di
conseguenza, i denti dei mangiatori di frutta sono molto lucidi, senza cioè
quei tipici segni di usura caratteristici [provocati] da altre fonti di
alimento. La carne non contiene phytoliths ma i denti dei carnivori mostrano le
graffiature causate sgranocchiando ossa.
Regolarità del tipo di usura
dentale
Utilizzando i denti di vari mammiferi viventi di cui si conosce
l’alimentazione, il Dott. Walker ha stabilito che il tipo di micro-usura dei
denti doveva essere abbastanza regolare da una specie all’altra. Ciò è in gran
parte dovuto al fatto che lo smalto dei denti è della stessa sostanza in tutto
il regno animale.
Per provare il suo metodo, il Dott. Walker ha confrontato i tipi
di micro-usura [dentale] su determinate specie di animali di cui si conoscono
differenti abitudini di alimentazione. Per esempio, di due tipi di hyracoidea
(un tipico esemplare di coniglio della famiglia dei mammiferi roditori), uno si
alimenta principalmente di erba mentre l’altro è un esploratore, che si nutre
delle foglie dei cespugli e degli alberi. I loro denti possono essere
identificati facilmente utilizzando un microscopio elettronico a scansione.
Il Dr. Walker ha riscontrato modelli simili in vari tipi di
maiale selvatico, come il facocero e una tipologia di scimmie. È mettendo a
confronto questi modelli che i denti degli ominidi vengono esaminati.
Per esaminare i denti al microscopio il Dott Walker deve montare
le corone dei denti su tronconi di metallo all’interno della camera a vuoto del
microscopio, successivamente la corona verrà ricoperta con una lega d’oro
palladio che riflette il fascio elettronico. È il fascio di elettroni riflesso
che il microscopio individua elettronicamente e manipola per ingrandire
l’immagine che viene poi proiettata su uno schermo televisivo. I denti degli
ominidi non hanno prezzo. I reperti non vengono distribuiti a nessuno, neanche
ad Alan Walker, che è un collega vicino a molti dei principali cercatori dei
fossili di ominidi. Di conseguenza, il Dott. Walker ha messo a punto un metodo
che riproduce i denti fondendoli con l’epossido. Il metodo non altera il
fossile e capta al microscopio tutti i dettagli necessari all’analisi.
Se è vero che gli ominidi dei primordi erano principalmente
tutti mangiatori di frutta, questo fatto suggerirebbe uno stile di vita simile
a quello degli scimpanzé che vivono nelle foreste, come la maggior parte degli
antropologi aveva intuito.
Tuttavia il Dott. Walker osserva che una dieta a base di frutta
non deve identificarsi con quello che gli Americani intendono in senso stretto
– arance, prugne, mele, banane ed altri prodotti estremamente dolci e molli.
Centinaia di piante producono frutti più duri e più sostanziosi.
Il baccello dell’albero dell’acacia è solo un esempio e oggi è abbastanza
comune in Africa. Si sviluppa nelle regioni leggermente boscose vicino ai
pascoli considerati solitamente come la casa degli ominidi delle origini.
L’uomo è predisposto a nutrirsi
di sola frutta
Vero è però che il genere umano ad un certo punto della storia,
acquisì abitudini onnivore. Ma un milione di anni di carne (che non era un
alimento quotidiano) contro milioni di anni di frutta non ha cambiato la
struttura anatomica e fisiologica del corpo. Egiziani e persiani vivevano
esclusivamente di frutta e vegetali. Gli spartani erano mangiatori di frutta. Gli
antichi greci basavano la loro alimentazione su frutta e verdura. Nonostante
questo l’uomo moderno pensa alla frutta come un alimento privo di valore e di
contenuto. Lo si considera come dessert, come una decorazione, fino ad averne
paura. Le ciliege? Causano mal di pancia. L’anguria? Fermenta e ti riempie
d’acqua. A parte gli occhi che guardano avanti e non ai lati, le mani prensili
e delicate, non aggressive, il pollice della mano opponibile e concepito per
raccogliere e trattenere nocciole e pomi, a parte la dentatura adatta a
masticare vegetali, semi e frutta, a parte la conformazione intestinale oblunga
(12 volte la lunghezza del tronco), e tantissime altre indicazioni a conferma
del suo vegetarianismo, tre caratteristiche ancor più fondamentali e significative
sono:
A) quella del sangue e della saliva umana, che sono alcaline e
non acide (come nei carnivori-onnivori),
B) quella della totale assenza nell’uomo dell’enzima uricasi,
che serve a disintegrare e disattivare il micidiale acido urico delle carni,
mentre detto enzima è abbondante negli animali carnivori-onnivori,
C) quella della scarsa presenza di acido cloridrico nello
stomaco umano, e quindi difficoltà di disgregare le proteine animali, mentre
tale presenza acida nei carnivori-onnivori è 10 volte più intensa.
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